Poco prima dell’alba del 2 Maggio, al termine di una sessione di riprese su un altro oggetto, target principale della serata, ormai al tramonto, viste le ottime condizioni del cielo, ho deciso di sfruttare l’ultima ora di buio astronomico rivolgendo il mio Newton verso uno degli oggetti più spettacolari del nostro cielo, l’ammasso globulare M13, conosciuto anche come “Grande Ammasso di Ercole”, spesso ingiustamente snobbato dagli astrofotografi, come molti altri ammassi globulari, in favore di nebulose o galassie, ma che può regalare soddisfazioni, se ripreso nelle giuste condizioni.
Si trova nella costellazione di Ercole, a circa 22.200 anni luce dalla Terra, e ospita circa 300.000 stelle raccolte in una sfera di circa 145 anni luce di diametro. Le stelle che lo compongono sono tra le più antiche dell’universo, con un’età stimata di 11,65 miliardi di anni. Nonostante la densità stellare al centro dell’ammasso sia altissima, vista dalla Terra M13 appare come una tenue macchia lattiginosa, visibile a occhio nudo solo in cieli molto bui, ma già spettacolare anche con un piccolo telescopio.
Dettagli tecnici:
Author: Francesco Radici