A cavallo tra le costellazioni del Cane Maggiore e dell’Unicorno, ben visibili verso sud in queste sere di gennaio, si trova la estesa nebulosa Ic 2177, meglio nota come nebulosa Gabbiano. Incredibile la somiglianza di questa struttura cosmica con l’uccello marino. Dalla nostra prospettiva abbiamo anche una stella in primo piano situata in corrispondenza dell’occhio.
Questa nube di gas e polveri si estende per circa 100 anni luce e si trova a 3700 anni luce dalla Terra. La nebulosa è una regione dove si stanno formando nuove stelle ed è proprio la radiazione emessa dalle stelle giovani che fa risplendere l’idrogeno gassoso presente nella nube di un rosso intenso.
In basso a destra è facilmente riconoscibile NGC 2359 (nota anche come Nebulosa Elmetto di Thor), una nebulosa a emissione. Al centro della nebulosa si trova una caldissima stella di Wolf-Rayet, che la illumina, eccitandone l’idrogeno e ionizzandolo. Sarebbe la principale responsabile della formazione della nebulosa, composta dal gas espulso dalla stella stessa.
I colori di questa immagine sono realizzati con la palette di colori SHO di Hubble, ovvero un tipo di tecnica elaborativa ideata dai tecnici della NASA per mettere in risalto i tre gas più importanti che compongono le nebulose ad emissione, ossia Zolfo (simbolo chimico S), Idrogeno (H) e Ossigeno (O). Questo è possibile assegnando arbitrariamente il segnale dello Zolfo al canale rosso (R), il segnale dell’Idrogeno al canale verde (G) e il segnale dell’Ossigeno al canale blu (B), ottenendo un’immagine RGB in falsi colori.
Dettagli tecnici:
Author: Gianni Lacroce