Ecco a voi M31, la Galassia di Andromeda. Situata nella costellazione di Andromeda da cui prende il nome, è l’oggetto più lontano che l’uomo possa vedere ad occhio nudo, con i suoi 2,5 milioni di anni luce di distanza. Si tratta di una Galassia a spirale, che assieme alla nostra Via Lattea e alla Galassia del Triangolo, fa parte dell’Ammasso Locale di Galassie, che contiene anche una cinquantina di galassie minori, la maggior parte satelliti delle tre più grandi (un esempio sono le nubi di Magellano, piccole galassie satelliti della Via Lattea, visibili nell’emisfero Sud).
Quando osserviamo queste meraviglie, pensiamo alle distanze in gioco e ai limiti della velocità della luce. Nonostante sia una tra le Galassie più vicine a noi, stiamo osservando M31 com’era 2,5 milioni di anni fa. Mettiamola così: se su quella Galassia ci fossero delle forme di vita così evolute da poter osservare e “risolvere” a livello ottico il nostro pianeta, non vedrebbero metropoli, satelliti e razzi spaziali. A rappresentare il genere umano ci sarebbe l’Homo Habilis, nel periodo del Pliocene, in un mondo quasi tropicale.
Dettagli tecnici: L’oggetto celeste che nei primi anni ’80, quando ero appena un bambino, mi ha fatto avvicinare al mondo dell’astronomia. L’immagine è stata realizzata con l’unione di due differenti sessioni di acquisizione fatte a distanza di 4 anni l’una dall’altra. E’ l’integrazione di 30 scatti da 30″ in banda larga per il nucleo, 30 scatti da 30″ in banda stretta per le zone Ha, e 30 scatti da 120″ per i bracci.
– Telescopio utilizzato: Celestron RASA 8″
– Camera di ripresa: ZWO ASI 1600 MC-C
Author: Giancarlo Melis